Attivista per i diritti umani rischia 20 anni di carcere
Marfa Rabkova, difensore dei diritti umani e coordinatrice del Servizio volontario di «Viasna», sta affrontando nuove accuse legate alla «minaccia alla sicurezza nazionale» che potrebbero portare fino a 20 anni di carcere, riporta «Viasna» sul suo sito web. L’attivista 26enne respinge tutte le accuse contro di lei in quanto politicamente motivate.
Secondo una lettera inviata da Rabkova alla sua famiglia dal carcere, le autorità bielorusse l’hanno accusata di gestire un’organizzazione criminale, incitare all’ostilità sociale e chiedere azioni volte a danneggiare la sicurezza nazionale. L’attivista 26enne è stata arrestata insieme al marito Vadzim Zharomski nel settembre 2020. È stata trattenuta in custodia cautelare dal suo arresto. Altri sette membri dello staff del Servizio volontario di «Viasna» sono stati arrestati con accuse false, con due di loro condannati al carcere durante i processi a porte chiuse.
Amnesty International ha ribadito il suo invito alle autorità bielorusse a rilasciare Rabkova e altri attivisti per i diritti umani detenuti arbitrariamente. Marie Struthers, direttrice di Amnesty International per l’Europa orientale e l’Asia centrale, ha dichiarato: «Il caso di Marfa Rabkova incarna gli orrori attualmente affrontati dai difensori dei diritti umani e dall’intera società civile in Bielorussia». Negli ultimi 18 mesi il governo di Lukashenka ha azzerato la comunità dei diritti umani chiudendo un gran numero di ONG.